Dai banchi di scuola alla Rai, Morelli: “Esperienza bellissima”

L’allievo della Vancini nel cast di “Vivere non è un gioco da ragazzi” con Claudio Bisio

Francesco Morelli, studente del terzo e ultimo anno della Scuola d’Arte Cinematografica Florestano Vancini di Ferrara, è Pizzi nella serie Rai “Vivere non è un gioco da ragazzi”. Nel cast con Claudio Bisio, Stefano Fresi e Nicole Grimaudo.

“Un’esperienza incredibile che mi ha riempito di gioia e mi ha spinto a impegnarmi ancora di più a proseguire su questa strada”, dice Morelli.

Poco meno di un anno fa la Scuola gli ha proposto di fare un provino per una serie Rai, il progetto era ancora top secret, Morelli ha registrato un breve video e l’ha inviato.

“Qualche giorno dopo sono stato contattato per il provino in presenza a Roma e – racconta il giovane – è stata un’esperienza interessante. Io mi ero mostrato sicuro di me, forse anche troppo, e dopo il classico “le faremo sapere” è calato il silenzio”.

Per più di un mese Francesco ha aspettato notizie ma niente da fare, sembrava che la cosa fosse sfumata.

“Quando ormai non ci pensavo più ho ricevuto una telefonata da Roma, ero stato scelto per una parte nella serie. Ho fatto le valigie e sono partito”.

Un paio di settimane di lavoro dilazionate in tre mesi, otto pose e un personaggio che si sentiva addosso: Pizzi, un ragazzo cresciuto per strada.

“Mi sono trovato catapultato in un mondo di professionisti, Bisio è stato grande. Sempre gentile, disponibile e sorridente con tutti, faceva di tutto per metterti a tuo agio. E – dice – anche il resto del cast è stato super”.
Ora Morelli sta terminando gli studi ma guarda già oltre: “Alessio Di Clemente, il mio docente di acting, mi ha insegnato che non si può passare la vita ad aspettare la chiamata, bisogna ingegnarsi, ed è per questo che ho intenzione di fare”.

Al di là dei legami instaurati con i compagni di scuola, il giovane attore ha intenzione di trovare un’agenzia che lo rappresenti e contemporaneamente lavorare ai suoi progetti.
Per il diploma sta lavorando a due cortometraggi “Glory Story” e “Vent’anni ora”, quest’ultimo scritto, diretto e interpretato da lui.

“Fino a qualche anno fa la recitazione era un mondo completamente estraneo per me, con gli amici scrivevo canzoni hip hop e ballavo poi – spiega – dopo il liceo non sapevo bene che fare, mi sono imbattuto nella Vancini e mi si è aperto un mondo. Ora, dopo tre anni, lo so e lo posso dire: voglio recitare”.